Letizia Paternoster racconta la sua emergenza: “Non si può, si deve essere ottimisti. Sarò pronta per Tokyo anche dovessero spostare un po’ più avanti”

Così come gli uomini, anche le donne stanno facendo i conti con le restrizioni dovute all’emergenza coronavirus. Letizia Paternoster è una delle italiane più importanti del ciclismo attuale, sia su pista che su strada, e ha quindi l’imperativo di dover mantenere una forma fisica accettabile anche in questo periodo di fermo delle competizioni per poi farsi trovare pronta quando si tornerà alla normalità. Non è affatto impresa facile, soprattutto perché il calendario è in continuo divenire e quest’anno c’è un appuntamento fondamentale come i Giochi Olimpici, anch’essi in bilico quantomeno come data.
“Ho fatto una uscita in bici lunga e mi hanno fermato tre volte – racconta a La Gazzetta dello Sport la 20enne Campionessa europea 2019 – Nel primo caso mi hanno riconosciuto, poi ho perso del tempo. E essere interrotti anche per quasi mezz’ora, specie quando si fanno lavori specifici o sforzi decisi, non è piacevole. Però sono controlli necessari e ho in grande considerazione il lavoro di chi li fa. Ugualmente voglio che ci sia, da parte di tutti, lo stesso rispetto per i ciclisti di professione che purtroppo non sempre esiste. Noi dobbiamo allenarci”. Anche il lavoro in casa è importante con “pressa, i cubi per i balzi, la cyclette, il bilanciere, la presa per fare le trazioni”. Nel frattempo, fa sapere di avere cominciato a studiare perché si iscriverà “all’Università, Scienze Politiche alla Luiss di Roma”.
Attorno a tutto ciò, c’è preoccupazione per la situazione attuale ma bisogna essere ottimisti: “Non si può, si deve -aggiunge – Io sono super-ottimista e lo sono di più perché mi sento fortunata ad essere italiana. Questo orgoglio, questo senso di appartenenza, me li hanno trasmessi i genitori fin da piccola. E io penso alle tante persone che lavorano nella nostra sanità che mettono a rischio la propria vita per salvare gli altri. Sono eroi”.
Quando l’emergenza sarà rientrata, bisognerà tornare a pensare alla stagione con un calendario stravolto: “Avrei dovuto cominciare su strada con delle gare in Belgio, ma per fortuna io anche in allenamento riesco a spingere in pratica come in competizione. In questo senso la cosa mi condiziona fino a un certo punto. Per gli allenamenti in pista, avrei dovuto riprenderli il 15 aprile a Montichiari. Ho fiducia che la situazione sarà migliore rispetto a quella odierna“.
L’obiettivo principale restano i Giochi Olimpici di Tokyo, che però non si sa ancora se saranno confermati: “Non mi lascio condizionare da questo. Mi è capitato anche di pensare che se li spostassero di un po’ di tempo io potrei arrivarci ancora più preparata. Ma invece la prospettiva giusta è un’altra. Io devo farmi trovare pronta a Tokyo. Anzi, io sarò pronta. Magari si riusciranno a fare i Giochi nella data stabilita, o magari un po’ più avanti. Ma si faranno. Perché da questa emergenza ne usciremo. Più forti. Più consapevoli”.
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